Trek-Segafredo, Quin Simmons fermato dal team dopo alcuni tweet provocatori: “Dichiarazioni divisive e dannose”
La Trek – Segafredo annuncia che Quin Simmons non correrà più per il momento. Una decisione che arriva al termine di una giornata in cui il talentino statunitense si è trovato al centro di numerose polemiche in seguito ad aver provocatoriamente espresso il suo sostegno al presidente USA Donald Trump. Il tutto è nato da un tweet della giornalista José Been, che invitava i sostenitori di Trump a non seguirla più, al quale il 19enne ha risposto con un “Bye”, corredato da una mano di colore che saluta (considerato provocatorio in quanto assimilabile all’uso di una blackface, quindi un gesto razzista). Un messaggio al quale molti utenti, giornalisti e appassionati, hanno reagito con fermezza, trovando anche comportamenti simili in alcuni suoi tweet precedenti, provocando ulteriore reazione non proprio appropriata da parte di Simmons, probabilmente trovatosi a gestire qualcosa di più grande e inatteso.
Le polemiche sono così proseguite a lungo, in un dibattito sulla libertà di espressione e su quali sono i suoi limiti, nel quale la compagine statunitense è intervenuta in maniera molto ferma, memore anche di quanto successo nei mesi scorsi con la Trek che era stata accusata di sostenere la polizia al momento degli scontri con i manifestanti del Black Lives Matter.
“Pur supportando la libertà di parola, crediamo le persone responsabili di quello che dicono e di come si comportano – scrive la squadra in un comunicato – Disgraziatamente, il nostro corridore Quin Simmons ha fatto dichiarazioni online che sentiamo essere divisive, incendiarie e dannose verso la squadra, il ciclismo professionistico, i suoi appassionati e il futuro positivo che speriamo di creare per lo sport. Di conseguenza, non correrà per la Trek – Segafredo fino a nuova comunicazione. La squadra e i suoi partner lavoreranno assieme per determinare come proseguire e terremo fan e pubblico aggiornati quando le decisioni al riguardo saranno prese”.
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Un’altra vittima del PC, del pensiero unico. In America finira’ male. Cosa c’entra col ciclismo? In via diretta, nulla. Ma dato che chiunque altro e’ libero di dirla come la pensa (vedi attori e cantanti, tanto per fare un esempio), non vedo perche’ Simmons venga punito per aver espresso un’opinione. L’unica sua colpa e’ di aver supportato Trump. E la chiamano democrazia.
Peccato che sia un commento razzista. E questo sarebbe il”pensiero unico” ? a un presidente cialtrone si accoda un altro cialtrone.